Che passione questo frutto!
Abbandonare le colture di ortaggi per far posto al frutto della passione, mettendo insieme esperienza e innovazione. La storia di Sicilian Passion.
"Per me un cocktail al frutto della passione, grazie".
Sempre più spesso, soprattutto durante l'estate, nelle spiagge e nei locali più alla moda delle città italiane si sente pronunciare questa frase. Ma non tutti sanno che questo frutto, che per profumo e sapore ricorda i tropici, negli ultimi anni può vantare del marchio made in Italy. Ebbene sì, anche in Italia c'è chi coltiva il frutto della passione.
Nel 2013 ad intraprendere questa strada è stato Antonino Moscato, un giovane agronomo di Licata (Ag) che, dopo aver effettuato degli studi specifici sulla pianta, ha deciso di dar vita a questo tipo di coltivazione nella sua terra.
"Dal momento in cui ho deciso di provare a produrre il frutto della passione al momento del trapianto della prima piantina sono passati due anni" racconta il titolare dell'azienda Sicilian Passion. "Questi due anni sono stati dedicati allo studio della pianta, alle varietà più adatte, alle condizioni pedoclimatiche, al sistema di allevamento, al tipo di struttura cui meglio si potesse adattare, alle esigenze nutritive, nonché ai problemi fitosanitari a cui si poteva andare incontro dopo l'inizio della coltivazione. Sono state valutate le variazioni climatiche di Licata negli ultimi trenta anni ed è stata fatta una mappa delle zone più vocate all'installazione di tale coltura in termini di tipologia di terreno, acqua e microclima".
E come precisa Antonino, fin dall'inizio ci sono state delle difficoltà proprio perché si trattava di "un campo inesplorato".
Ma se l'affermazione dell'azienda è il risultato dell'esperienza della famiglia Moscato, dell'innovazione e della sperimentazione di nuovi frutti, la storia di Sicilian Passion non inizia nel 2013. Prima di dedicarsi a questo frutto tropicale in azienda si coltivavano ortaggi. Dal 2013 ad oggi si è infatti assistito ad una progressiva conversione delle colture: l'abbandono degli ortaggi per far posto al frutto della passione.
"La scelta è nata circa sette anni fa all'interno di un supermercato" spiega Antonino. "Dopo aver acquistato una vaschetta di frutto della passione ed essere tornato a casa non vedendo l'ora di assaggiarlo, sono rimasto amaramente deluso dalla qualità del frutto. Dopo quella esperienza ho iniziato a pensare come sarebbe stata agli occhi del consumatore una referenza tropicale 'made in italy', consegnata maturata sulla pianta senza affrontare quei lunghi tragitti per attraversare il mondo. Da lì, in seguito all'osservazione dei cambiamenti climatici è nata l'idea di provarci osservando il tutto con gli occhi del consumatore".
A distanza di qualche anno il giovane agronomo non si sbilancia. "La soddisfazione al momento arriva dai complimenti ricevuti dai nostri clienti per la qualità del frutto", ma precisa che è ancora prematuro sapere se la strada intrapresa è stata quella giusta o meno. Alcuni indizi positivi arrivano però dai risultati: oggi l'azienda "si estende su una superficie di tre ettari in serre per un totale di circa 3.500 piante" e nel 2019 Sicilian Passion ha inaugurato il primo impianto a scopo commerciale in Italia grazie alle vendite in crescita.
Quali varietà coltivate?
"La varietà che coltiviamo al momento è un ibrido che esalta le caratteristiche del frutto in termini di pezzatura (arriviamo ad avere frutti del calibro maggiore di 6 centimetri con un peso di 110 grammi) e colore (ha una colorazione violacea che vira dal chiaro allo scuro differente dai frutti di importazione, con riferimento soprattutto a quello colombiano). Al momento sono al vaglio altre varietà".
Come si capisce che il frutto è maturo e quando inizia la raccolta?
"Il frutto quando è maturo si stacca da solo dalla pianta e viene raccolto da terra. La raccolta è manuale e va da luglio a ottobre e da dicembre ad aprile".
Il colore è rosso violaceo e il contenuto di polpa è tale da non lasciare vuoti all'interno dei frutti: il peso specifico varia da 80 a 120 grammi.
Inoltre ha un alto contenuto zuccherino ed un leggero retrogusto acido.
Quali sono le necessità della pianta?
"La pianta necessita di diverse potature durante l'anno. L'irrigazione è abbondante e frequente soprattutto nel periodo estivo, dove i consumi aumentano di gran lunga. Per quanto riguarda la concimazione è una pianta esigente in termini di azoto e predilige terreni sub acidi".
Quali sono le principali problematiche a cui può andare incontro?
"I nematodi sono un grosso problema a livello radicale. A livello epigeo quest'anno ci ha dato seri problemi un attacco di cimice verde".
In questi casi, puntualizza Antonino, "trattiamo la nostra coltura con prodotti autorizzati in biologico, ma l'unica misura che adottiamo è la prevenzione".
Motivo di orgoglio della famiglia Moscato è quello di coltivare senza l'utilizzo di fitofarmaci e, nonostante i loro prodotti siano già consegnati a residuo chimico zero, hanno avviato la procedura per la certificazione biologica.
"Per quanto riguarda la pacciamatura - racconta Antonino - invece dell'utilizzo del film plastico viene utilizza la paglia come pacciamante, con l'intento di sostituire la plastica".
Rispetto della natura e dell'ambiente e attenzione alla sostenibilità e ai cambiamenti climatici in atto sono infatti temi da sempre cari all'azienda, tant'è che negli ultimi anni si è impegnata anche ad avere un packaging plastic free per i prodotti che commercializzano.
"Il packaging che abbiamo scelto per il nostro prodotto da 'Selezione extra' è totalmente plastic free: usiamo cassettine in cartone e alveoli in polpa di legno".
E non solo. "Un'altra misura adottata per contrastare la moria delle api e aiutare i nostri apicoltori è stata quella di portare l'allevamento delle api all'interno della nostra azienda, essendo un ambiente salubre e lontano da trattamenti chimici invasivi".
"L'azienda - prosegue Antonino - ha iniziato l'iter per la certificazione Global gap + Grasp e dovremmo ottenerla entro fine di settembre".
Come sta andando l'annata in corso dal punto di vista della produzione?
"Abbiamo avuto un po' di problemi soprattutto all'inizio. Problemi dati dal ritardo dell'arrivo dell'estate che è iniziata la seconda settimana di giugno, quando solitamente già nei primi giorni di maggio arriva il bel tempo".
Quali sono i vostri principali clienti?
"Lavoriamo principalmente con il Nord Italia con clienti che forniscono la Gdo e a breve dovremmo iniziare a fornire qualche insegna Gdo direttamente". In più, "una piccola parte del prodotto la spediamo all'estero tra Inghilterra e Francia".
Autore: Giulia Romualdi per plantgest.imagelinenetwork.com